Riferendosi anche agli interventi del mattino del presidente nazionale Ettore Prandini e del segretario generale Vincenzo Gesmundo, il presidente di CSO Italy Paolo Bruni è intervenuto questo pomeriggio al congresso “Ortofrutta, le sfide dell’innovazione” organizzato al Macfrut di Rimini da Coldiretti con Consorzi Agrari d’Italia e Filiera Italiana. Un intervento breve, ma sottolineato da significativi applausi dal folto pubblico di produttori ortofrutticoli che ha gremito per l’occasione Sala Neri di Fiera Rimini.
Tracciando il quadro generale, Bruni ha sottolineato tre punti da affrontare con urgenza: per primo, il calo dei consumi (500 mila tonnellate di ortofrutta non consumata nel 2022 rispetto all’anno precedente, un quantitativo pari alle perdite accumulate complessivamente nei cinque anni che vanno dal 2017 al 2021); poi, l’inefficienza della logistica (un “colabrodo” l’ha definita Bruni, “oggi un camion che parta dal Sud non si sa se arrivi nei tempi previsti sui mercati europei”) per la quale è indispensabile cogliere l’opportunità dei fondi del PNRR; infine, presentarsi finalmente all’estero come Sistema Italia, premessa alla conquista di posizioni più forti.
Il presidente di CSO ha poi affrontato con efficacia la crisi della pera, che il segretario generale Gesmundo aveva battezzato “il patto dell’Abate” (la varietà regina). Nelle quattro province di forte produzione (Ferrara, Bologna, Modena, Ravenna) la pera sta perdendo il 13%, una cifra enorme, che corrisponde a 2.000 ettari in cui si è tagliata la produzione, non in senso figurato ma concretamente, con le motoseghe che hanno distrutto investimenti e sacrifici di anni. Questa percentuale potrebbe salire al 20% secondo i pessimisti, ma Bruni lo esclude: “Le motoseghe vanno fermate, serve una terapia d’urto in grado di riaccendere la speranze nei produttori. Spetta alla Regione rafforzare gli interventi (l’assessore Alessio Mammi era presente sul palco) e a Coldiretti mettere in campo le iniziative di quella grande e forte organizzazione che è”.
Bruni ha difeso il progetto Unapera, necessario a risollevare la produzione mentre “è preoccupante che ci sia chi lo critica”.
Occorre infine lavorare su tre leve – ha sottolineato Paolo Bruni -: l’innovazione, la ricerca e la promozione. “Anche nelle fasi drammatiche come quella che la pericoltura italiana sta vivendo – ha concluso – la promozione va mantenuta, guai a staccarne i fili, sarebbe un grave errore e un grave danno al settore”.