“Credo che lo sviluppo internazionale del commercio anche attraverso il canale dei Mercati all’ingrosso sia importante e opportuno. Aggredire mercati lontani per interfacciarsi con le grandi catene internazionali può essere fatto solo da grandi imprese, ma ci sono tante piccole-medie imprese che offrono prodotti di eccellenza e che devono solo essere in qualche modo accompagnate ed organizzate per andare fuori dai confini nazionali. Inoltre ci sono canali distributivi al dettaglio, pensiamo a tutto il canale Horeca per esempio, che avrebbero grosse potenzialità di sviluppo in un momento in cui c’è un vero culto della cucina, fatta con il meglio degli ingredienti che solo i prodotti made in Italy, fra l’altro riconosciuti in tutto il mondo, possono garantire. Quindi ben venga il ruolo dei Mercati in questa direzione. Con una sorta di raccomandazione: sono necessarie aggregazione, organizzazione, specializzazione per fare qualcosa di buono nel mercato globale”.
Lo ha detto Paolo Bruni, presidente di CSO Italy, intervenendo venerdì 1 dicembre a Bologna alla tavola rotonda del convegno “Il fresco fa bene”, promosso dalla Rete dei Mercati agroalimentari dell’Emilia-Romagna (Bologna, Parma, Rimini e Cesena) con il patrocinio della Regione. Bruni, precisando che “se sarà richiesto faremo la nostra parte”, ha tratteggiato l’andamento del settore ortofrutta e sottolineato il ruolo e i servizi svolti da CSO Italy. “Siamo in un momento – ha affermato – dove l’esigenza di esportare sembra passata in secondo piano, a causa delle sempre maggiori difficoltà a produrre che il settore ortofrutticolo presenta, soprattutto per quanto riguarda le specie frutticole. Ma i problemi contingenti non devono farci cadere nell’errore di non guardare alla prospettiva del domani. Tutto il comparto produttivo e commerciale sta facendo grandi sforzi anche dal punto di vista della ricerca per tornare ad essere competitivo in un mercato globale, che avrà in questi anni anche messo in luce alcune debolezze, ma che comunque rimane e rimarrà tale”.
“Come CSO Italy – ha sottolineato Bruni – abbiamo sempre spinto sull’internazionalizzazione delle aziende nostre socie, fornendo i servizi a supporto di un’espansione verso i mercati esteri. Il nostro sistema produttivo è vasto, il mercato interno da solo non può assorbire tutte le nostre produzioni e nel tempo ci siamo specializzati per essere tra i primi sui mercati internazionali. Non a caso dopo 25 anni i nostri sforzi sono stati indirizzati nell’organizzazione di fiere collettive per dare maggiore visibilità al made in Italy, abbiamo promosso e gestito diversi progetti di promozione in Europa ma anche e soprattutto nei Paesi Terzi e da ultimo ma non meno importante ci siamo adoperati per aprire nuovi mercati alle nostre produzioni. L’ultima apertura è stata quella del mercato cinese per le pere italiane, ma ci sono buone prospettive anche per le pere in Thailandia, per il kiwi in Israele, per le susine in Brasile, per fare solo alcuni esempi. Questi mercati non si aprono da soli, serve tutto un lavoro specialistico, in stretto contatto con le istituzioni nazionali, europee e internazionali, che CSO Italy sta facendo con risultati che ormai sono sotto gli occhi di tutti gli operatori interessati”.