In occasione della presentazione, questa mattina a Bologna, del nuovo report dell’Osservatorio Agrofarma, un evento che semestralmente offre dati aggiornati sul comparto agricolo in generale, con un focus specifico sugli agrofarmaci, l’intervento del presidente di CSO Italy Paolo Bruni – presente alla tavola rotonda insieme a Stefano Boncompagni, dirigente del Servizio fitosanitario della Regione Emilia Romagna, alla docente Marina Collina dell’Università di Bologna, a Ivano Valmori CEO di Imageline e a Paolo Tassani, presidente di Agrofarma – ha messo subito in evidenza la grave emergenza che il settore ortofrutticolo sta attraversando e nello stesso tempo ha sottolineato il supporto concreto che CSO Italy sta dando a tutto il sistema con l’Ufficio fitosanitario recentemente rafforzato insieme a Assomela, ACI e Fruitimprese.
“Il nostro ufficio – ha affermato in proposito Bruni – vuole essere un punto di riferimento per le istituzioni, per Agrofarma e le aziende produttrici di fitofarmaci, proponendosi come interlocutore in rappresentanza di larga parte del settore ortofrutticolo nazionale e regionale”.
Rispondendo alle domande del moderatore, il presidente di CSO Italy è stato estremamente esplicito: “La prima necessità del settore – ha detto Bruni – è di continuare a produrre, perché la drastica riduzione dei fitofarmaci, che era stata indicata dal Green Deal europeo, ha messo l’intero sistema produttivo in gravissime difficoltà, aggiungendosi ad emergenze come gli eventi climatici estremi, gli insetti alieni, le nuove fitopatie. La realtà è che in dieci anni la produzione è crollata e per certi prodotti ha rischiato di scomparire. Il primo imputato, dispiace dirlo, è l’Unione Europea che con una politica demagogica ha lasciato i produttori senza mezzi di difesa efficaci e, cosa più grave, senza valide ed efficaci alternative. Dai circa 1000 principi attivi che erano a disposizione dell’agricoltura, in pochi anni si è passati a meno di 300: una riduzione di oltre il 70%. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti”.
E dunque? “Occorre una risposta veloce ai produttori – ha precisato Paolo Bruni – con soluzioni alternative valide ed efficaci. Occorre uniformare i mezzi di difesi nei diversi Paesi dell’Unione. Occorre informare correttamente i cittadini sulla centralità dell’agricoltura come presidio del territorio e dell’ambiente in una visione armonica della sostenibilità, che comprenda anche e necessariamente gli aspetti sociali ed economici.
In linea con queste esigenza sono le nuove linee della Commissione che hanno ridato centralità all’agricoltura: se alle parole seguiranno i fatti la nuova vision è ineccepibile”.
Infine Bruni ha sottolineato la necessità di una dotazione finanziaria per l’agricoltura “importante e bene orientata” nell’ambito di un approccio che tenga conto delle tante agricolture diverse che esistono in Europa e dunque in grado di adattare le regole alle singole realtà.