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CSO Italy al dibattito sulla strategia farm to fork e sulla politica di promozione europea

By 29 Gennaio 2021Febbraio 1st, 2021No Comments

Simona Rubbi di CSO Italy, dallo scorso novembre presidente del Gruppo di Dialogo Civile della Commissione Europea (CDG) su Qualità e Promozione, organismo comunitario dove rappresenta anche Freshfel Europe, è intervenuta all’Info Day Promozione dei prodotti agricoli del 28 gennaio nella sezione dedicata Farm to Fork, perno agroalimentare del New Green Deal lanciato dalla UE.
Un panel di discussione di alto livello svoltosi online e a cui hanno partecipato, con Simona Rubbi uno dei fautori della Farm to Fork, l’olandese Lucas Visek, del gabinetto del vicepresidente della Commissione Europea, Frans Timmermans e l’europarlamentare Herbert Dorfmann, relatore per il dossier F2F.
Rubbi, nel suo intervento, ha sostenuto posizioni importanti per l’agroalimentare italiano, sottolineando la necessità di riconoscere la virtuosità del settore nel suo complesso e dell’ortofrutticoltura in particolare, sul fronte della sostenibilità e salubrità dei prodotti. Ha ricordato la pratica della produzione integrata che in Italia si porta avanti da trent’anni, sottolineando anche che la politica di promozione dovrebbe essere inclusiva, incentivando il maggior numero di aziende e di produzioni a diventare sempre più sostenibili, sostenendo che il concetto di sostenibilità non può essere circoscritto o ridotto alle sole produzioni biologiche.
La politica di promozione può giocare un ruolo molto importante nella strategia della F2F: può offrire gli strumenti per far sì che tutti gli attori della filiera, inclusi i consumatori, siano consapevoli di quanto sta dietro la parola sostenibilità, non intesa solo come rispetto per l’ambiente, ma che include anche gli aspetti economici e sociali. I consumatori devono essere anch’essi parte attiva in questo cambio epocale.
Per il 2021, si è registrata una politica di incentivi troppo sbilanciata verso il biologico, che appare staccata dalla realtà e che al momento farebbe male allo stesso settore: il rischio potrebbe essere quello di creare un deprezzamento del bio. Rubbi in sostanza, in accordo con le posizioni espresse anche dallo stesso Dorfmann, ha messo in luce che, prevedere ad oggi, incentivi al biologico per 49 milioni di euro a fronte di incentivi per la sostenibilità per soli 18 non è ragionevole considerato che il bio non rappresenta più dell’8% della produzione. Piuttosto far sì che le due linee di budget – biologico e sostenibilità – siano unite così da dare incentivi a chi è già virtuoso e a chi vuole migliorare nell’ambito della sostenibilità. E un altro dato deve fare riflettere: gli incentivi al biologico sono stanziati in misura maggiore per le attività rivolte ai Paesi Terzi (26 milioni) quando il bio si rivolge quasi esclusivamente al mercato interno dell’UE (23 milioni).
In definitiva la politica di promozione, più che sostenere uno specifico metodo produttivo, dovrebbe incentivare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dei prodotti agroalimentari in tutti i suoi aspetti e dell’intero sistema.
Nella stessa giornata sono stati resi noti i bandi per la presentazione dei progetti 2021.