Nella cornice dell’accordo CETA che ha permesso la rimozione di molte barriere di tipo tariffario, agevolando di fatto gli scambi tra Europa e Canada, non sono state regolamentate le misure di tipo fitosanitario, lasciando alle parti la possibilità di definire e regolamentare le condizioni di import per evitare l’introduzione accidentale di organismi nocivi sul territorio che possano creare danni alle colture e all’ambiente. Lo stesso protocollo di Montreal ne vieta l’utilizzo e il Canada stesso sta lavorando per eliminarne definitivamente il suo utilizzo.
A tal fine, si è tenuto ad Ottawa, nelle giornate del 19 e 20 marzo, il primo workshop partecipato da quasi 50 rappresentanti ed esperti di CFIA – Canadian Food Inspection Agency – della Commissione Europea DG Trade e DG Sanco, enti di ricerca, rappresentanti dei Ministeri dell’Agricoltura dei Paesi membri e stakeholder europei coordinati da Freshfel Europe (Italia, Belgio, Olanda).
Per l’Italia vi hanno partecipato Paolo Solmi del Servizio Fitosanitario della Regione Emilia Romagna e Simona Rubbi Responsabile Relazioni Internazionali di CSO Italy.
“È stata una due giorni di lavori molto intensi ma positivi – dichiara Simona Rubbi di CSO Italy – dove, in un clima costruttivo, con elevato livello tecnico si è percepita la reale volontà del Canada di trovare misure alternative all’uso del bromuro di metile, vietato in Europa già dal 2010. Come Italia – prosegue Simona Rubbi abbiamo illustrato lo stato dell’arte delle condizioni di export richieste dal Canada per i diversi prodotti, quali kiwi, agrumi, mele, pere, uva da tavola e susine.
Per questi due ultimi prodotti – prosegue Rubbi – è stata fornita ampia e dettagliata illustrazione da parte di Paolo Solmi delle misure alternative al bromuro di metile per contrastare la presenza carico, come l’individuazione dei frutteti e degli stabilimenti con apposite liste, l’applicazione delle Linee di Produzione Integrata (IPM), i monitoraggi in campo, durante la lavorazione e prima del carico ed il trattamento a freddo (cold treatment ) prima della partenza o durante il trasporto. Trattamento che è scientificamente dimostrato essere efficace contro diversi patogeni.
Un elemento importante emerso durante i lavori e che accomuna Italia, Olanda e Spagna è il divieto di esportare i pomodori a causa della presenza della Tuta Absoluta. O per essere più precisi non è possibile esportare pomodori con le parti verdi. Pertanto durante il workshop è stato proposto dall’Italia di sottoporre in maniera congiunta dalle Amministrazioni degli Stati membri e coordinate dalla Commissione Europea misure alternative che possano aprire il mercato canadese anche ai pomodori europei. Non dimentichiamo che abbiamo i pomodori ciliegino di Pachino IGP, denominazione protetta dal CETA.
“Questo – conclude Simona Rubbi – è uno dei risultati più importanti raggiunti durante i lavori con l’Amministrazione canadese (CFIA) che se si vedrà arrivare una domanda congiunta da parte di diversi Stati Membri la metterà tra le priorità.