L’apertura di nuovi mercati, abbattendo l’ostacolo delle barriere fitosanitarie, è cruciale per l’ortofrutta italiana, il cui export ha superato i 5 miliardi di euro nel 2021. È importante quindi proseguire con l’azione che CSO Italy, insieme al mondo produttivo e alle istituzioni, sta portando avanti da anni in questa direzione. Ma l’azione del governo potrebbe essere risolutiva per accelerare e portare a conclusione i dossier aperti, dalla Tailandia al Vietnam alla Cina, dagli Stati Uniti al Messico, tutti mercati strategici per la nostra ortofrutta.
E’ questo il messaggio arrivato forte e chiaro a Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale, con delega anche al commercio estero, in visita questo pomeriggio, accompagnato da ministro dell’Agricoltura tedesco Cem Özdemir e da undici rappresentanti di governo dell’Est Europa, a Italy, l’area di Fruit Logistica organizzata da CSO Italy con il supporto di Fruitimprese e Italia Ortofrutta, dove è stato ricevuto dal presidente Paolo Bruni e da molti degli imprenditori e rappresentanti delle organizzazioni ortofrutticole presenti, a partire da Marco Salvi, Davide Vernocchi, Gennaro Velardo, Fabio Massimo Pallottini e Valentino Di Pisa.
Il ministro, che ha esteso la sua visita agli stand italiani della maggiore rassegna ortofrutticola del mondo, ha sottolineato l’importanza di fare sistema, di attrezzare il Paese in modo sempre più efficiente sul fronte logistico, con porti e interporti collegati e al servizio della produzione e dell’esportazione.
“Stiamo già da tempo lavorando su alcuni mercati molto strategici, non senza difficoltà – ha ricordato da parte sua Paolo Bruni al ministro Di Maio -. La sua presenza qui testimonia una nuova sensibilità del governo verso il nostro settore e ci auguriamo possa significare un impegno a supporto in particolare delle esportazioni ortofrutticole, che ci metta per lo meno alla pari con i competitori internazionali, in una fase così delicata per l’economia globale e per la stessa politica internazionale”.
I dossier aperti riguardano la Tailandia per kiwi, pere ed uva da tavola; il Vietnam, dove oltre al dossier mele – le cui condizioni vanno migliorate, è pendente da due anni quello del kiwi (poi ci sarà quello delle pere); la Cina, dove è in stallo da anni il dossier pere (poi si dovrebbe passare al dossier mele); gli USA, dove si attende la pubblicazione dell’accordo su mele e pere; il Messico, dove si sta lavorando per l’apertura all’export di questi due stessi prodotti.
E’ la forte competizione sui mercati tra Paesi esportatori – è stato fatto presente al ministro Di Maio – a rendere imperativa l’apertura di nuove destinazioni. Le tensioni geo-politiche di questi ultimi mesi hanno rafforzato ancora di più il bisogno di allargare gli orizzonti.
“Abbiamo già avuto esperienza – ha sottolineato il presidente Bruni – di cosa ha significato l’embargo russo del 2014, che improvvisamente ha impedito all’ortofrutta italiana ed europea di arrivare in quel mercato che rappresentava per diverse produzioni uno dei primi mercati di sbocco. La conseguenza è stata una concentrazione di ortofrutta di varia provenienza sul mercato europeo o comunque sugli stessi mercati creando così sovra disponibilità con una chiara contrazione della redditività. L’embargo della Bielorussia e ora la guerra in Ucraina chiudono altri due mercati importanti per l’ortofrutta europea ed italiana, accentuando il problema di un’eccessiva presenza di prodotto nel mercato interno europeo”.
Il ministro Di Maio ha mostrato un vivo interesse per la problematica ed ha assicurato gli operatori sull’attivazione degli uffici competenti del ministero degli Esteri.