L’Emilia-Romagna dell’ortofrutta e le strategie per il suo futuro sono state al centro del tavolo promosso oggi a Ferrara dal presidente di CSO Italy Paolo Bruni con il direttore Elisa Macchi, presente l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi, con il direttore generale dell’assessorato Valtiero Mazzotti, e praticamente l’intero sistema ortofrutticolo regionale a livello di presidenti e direttori generali, dal presidente di Fruitimprese Marco Salvi al direttore generale di Agrintesa Cristian Moretti, da Patrizio Neri di Jingold a Gabriele Ferri di Naturitalia, da Matteo Mazzoni del Gruppo Mazzoni a Simone Spreafico dell’omonimo Gruppo, da Alessandro Zani di Granfrutta Zani a Massimiliano Moretti di Agribologna, da Ilenio Bastoni di Terremerse a Vincenzo Finelli di Orogel Fresco, da Mauro Grossi di Afe ad Adriano Aldrovandi di Unapera, a Giuliano Donati del Consorzio della pera IGP, e dai rappresentanti della filiera Roberto Graziani di Graziani Packaging e Riccardo Martini di DCS Tramaco.
Quattro i temi affrontati: la produttività da recuperare dando una soluzione al drastico calo delle sostanze attive che combattono le fitopatie ma anche alla mancanza di manodopera, le eccezionalità del clima da fronteggiare, le barriere fitosanitarie da abbattere per non rimanere indietro nella corsa ai nuovi mercati, i consumi interni da far ripartire.
Il presidente Bruni ha esaminato l’intero scenario. Le molecole chimiche utilizzabili in produzione sono passate in un breve arco di tempo da 1.000 a 300 e i produttori si sono ritrovati a fronteggiare “una guerra senz’armi”. CSO Italy ha rafforzato l’Ufficio Fitosanitario in collaborazione con Assomela, Fruitimprese e Aci anche per fare lobby a Bruxelles perché “vanno modificate – ha sottolineato Bruni – le modalità che almeno fino all’ultima legislatura europea sembravano andare esclusivamente verso una sterile, gravosa, demagogica penalizzazione del mondo produttivo”.
“Non si può vietare l’uso di una sostanza attiva – ha precisato il presidente di CSO Italy – senza che ci sia un’alternativa. E poi le regole devono essere uguali per tutti gli stati membri mentre oggi sugli usi eccezionali decidono i singoli stati. In definitiva, pur nel rispetto della sostenibilità sociale e ambientale, bisogna ritornare a mettere al centro la competitività economica”.
Il cambiamento climatico si è accanito sui distretti ortofrutticoli emiliano romagnoli riducendo ai minimi termini le produzioni e conseguentemente comportando perdite economiche ingentissime.
Non mancano due buone notizie: la riapertura del mercato brasiliano alle susine dopo dieci anni grazie al lavoro svolto dal competente ufficio di CSO Italy insieme agli uffici fitosanitari della Regione, ai soci e alle autorità nazionali. L’emorragia dei consumi nazionali di ortofrutta che nel 2024 si è fermata dopo un decennio di cali successivi anche pesantissimi come nel 2023.
Manodopera e fitofarmaci sono state le emergenze prioritarie sottolineate negli interventi di Marco Salvi, Cristian Moretti e Patrizio Neri. Massimiliano Moretti ha evidenziato l’urgenza di dare risposte alla produzione perché “se i margini non ci sono o sono troppo bassi non si può pensare allo sviluppo”.
Roberto Graziani ha rimarcato il problema dei costi energetici e la vicinanza della filiera ai produttori. Riccardo Martini ha messo in guardia dall’abbandono di certi mercati rispetto ad altri. L’Estremo Oriente, penalizzato dal protrarsi della crisi di Suez, non può essere lasciato agli esportatori dei Paesi competitor e i mezzi per mantenere le rotte più lontane ci sono.
Il mondo della pera ha espresso soddisfazione perché si sta mettendo un intero comparto sulla strada di recuperare posizioni dopo il tracollo degli ultimi anni. Il progetto UnaPera comincia a dare i suoi frutti e questo grazie al fondamentale e confermato sostegno da parte dell’assessorato regionale.
Ed è un sostegno che l’assessore Mammi, nelle sue conclusioni, ha confermato a tutto il settore, sottolineando la validità di un tavolo che riunisce l’intero sistema dell’ortofrutta. L’assessore ha proposto che questo tipo di incontri vengano periodicamente riproposti per un aggiornamento sulle priorità da affrontare. Intanto la Regione farà la sua parte cercando di interloquire con il governo e con Bruxelles per dare risposte alla produzione: “Dobbiamo difendere la competitività delle imprese – ha detto l’assessore – altrimenti una produzione che è stata una ricchezza per la nostra regione rischia di scomparire”.
Mammi è tornato anche su un punto che gli sta particolarmente a cuore: serve un Piano strategico dell’ortofrutta italiana, che rientri nelle grandi priorità europee che riguardano le tecnologie, il cibo e l’energia.
Un Mammi disponibile e impegnato a sostenere l’ortofrutta. Un tavolo, quello di CSO Italy, che sta mostrando tutto il suo valore di interlocutore rappresentativo del sistema.